martedì 4 novembre 2014

Se questo è un uomo, di Primo Levi

D'altronde, ci siamo presto accorti che non siamo senza scorta: è una strana scorta. E' un soldato tedesco, irto d'armi: non lo vediamo perché è buio fitto [...]. Accende una pila tascabile, e invece di gridare "Guai a voi, anime prave!" ci domanda cortesemente ad uno ad uno, in tedesco e in lingua franca, se abbiamo danaro e orologi da cedergli: tanto dopo non ci servono più.
Un soldato-Caronte scorta gli sfortunati verso il campo satellite di Auschwitz, Buna-Monowitz, A bordo, c'è anche un giovane ebreo italiano, laureato cum laude in chimica all'università di Torino. Le leggi razziali sono entrate in vigore in Italia nel 1938, e lui si è unito, dopo la laurea, ad un gruppo di partigiani. La sua attività di resistenza al regime lo fa però arrestare e deportare. 


L'esperienza del Lager è terribile, e fuori dall'ordinario: l'esperienza dell'ordinario sopruso degli uni sugli altri, la distruzione dell'umano. Non dunque violenza atta a distruggere un nemico, ma tendenza alla distruzione in sé, che scivola nell'autodistruzione: la follia nazista si sarebbe nutrita di altre vittime e altre ancora, fino ad autodistruggersi (come poi è in effetti accaduto con il suicidio del gruppo di comando nazista nel bunker di Berlino). Una tendenza spaventosa, ma estremamente familiare, perché in un certo senso insita in ogni individuo. Secondo l'analisi di Enrico Palandri, in ogni società si riproducono, in forma attenuata, queste stesse, terribili caratteristiche. La forza di Se questo è un uomo sarebbe dunque da ritrovare qui: non ci parla di altri in condizioni terribili, ma di noi in queste.

Eppure, anche se vogliamo accantonare per un momento i discorsi universali, Se questo è un uomo è anche un ottimo romanzo, scritto con l'urgenza e la precisione di un ricordo ancora vivo e bruciante. 
Questo è l'inferno. Oggi, ai nostri giorni, l'inferno deve essere così, una camera grande e vuota, e noi stanchi di stare in piedi, e c'è un rubinetto che gocciola e l'acqua non si può bere, e noi aspettiamo qualcosa di certamente terribile e non succede niente e continua a non succedere niente.

Quello che nel lager è scandaloso non è l'estrema condizione in cui i nazisti riducono le proprie vittime, rasandole, sostituendo il loro nome con un numero tatuato sul braccio, umiliandoli con continue percosse, ma l'estrema familiarità che abbiamo da subito con il comportamento dei diversi esseri , riconoscendo in quella situazione ai limiti dell'immaginabile altre situazioni che ci sono invece familiari (scuole, ospedali, luoghi di lavoro....).

Eppure, in questo tentativo di distruzione dell'umano, di disumanizzazione, si può in qualche modo sopravvivere. Conservare un'ombra di dignità, nonostante i tentativi di annientarla.
Le parole del già sergente Steinlauf dell'esercito austro-ungarico, croce di ferro della guerra '14-18 [...] "che appunto perché il Lager è una grande macchina per ridurci a bestie, noi bestie non dobbiamo diventare. [...] per vivere è importante sforzarci di salvare almeno lo scheletro, l'impalcatura, la forma della civiltà. 

Il romanzo è intenso e schietto, ci si sorprende a leggerlo quasi come se fosse completamente fiction, da quanto appare lontano. Un romanzo distopico, verrebbe da dire. Ma non è finzione, per quanto possano dire i negazionisti. Non è finzione, ed è successo davvero. 
Milioni di persone sono state trascinate nei campi di concentramento e non ne sono mai uscite. Di queste persone non sapremo mai nulla. 
Mi ha raccontato la sua storia, e oggi l‘ho dimenticata, ma era certo una storia dolorosa, crudele e commovente; ché tali sono tutte le nostre storie, centinaia di migliaia di storie, tutte diverse e tutte piene di una tragica sorprendente necessità. [...] e sono semplici e incomprensibili come le storie della Bibbia. Ma non sono anch'esse storie di una nuova Bibbia?
Eppure è necessario non dimenticare. Perché sappiamo bene che la Storia è ciclica e tutto si ripete.
Di queste cose parliamo, incespicando da una pozzanghera all'altra, fra il nero del cielo e il fango della strada.

http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento_di_Yodok
http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento
http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_sterminio 
http://it.wikipedia.org/wiki/Primo_Levi