Scartata ormai da tempo l'idea della carriera accademica, per Walter Benjamin anche il biennio 1930-1931, al quale è dedicato il presente IV volume delle Opere complete, si pone all'insegna dell'impegno critico, con l'attività di recensore e saggista che viene a costituire la sua sola precaria fonte di sussistenza. I temi presi in considerazione stupiscono per la vastità degli ambiti affrontati: Benjamin interviene su tutto e tutti con scritti teorici, opere divulgative e pamphlet politici, si sofferma su Goethe e Dostoevskij, Proust e Gide, Kraus e Brecht (ma, d'altro canto, significativamente tralascia grandi autori come Mann e Musil), presenta abbecedari e giocattoli, marionette e cibi, dialetti e lingue, romanzi d'appendice e persino un opuscolo su «erbe ed erbacce», con l'obiettivo non tanto di stabilire canoni di letterarietà, ma di consentire al lettore di penetrare con i propri «ghiribizzi, pregiudizi, pensieri» nei momenti piú intimi dell'opera. Ne risulta una vera e propria «arte del recensire» con la quale Benjamin si contrappone alle mode culturali e alla frettolosità saccheggiatrice dei giornali; nella piena consapevolezza della scarsa considerazione che la materia da molti decenni godeva ormai in Germania e con l'ambizione di affermarsi indiscutibilmente come «le premier critique de la littérature allemande»
La raccolta si presenta effettivamente come una vasta antologia di recensioni e saggi brevi sugli argomenti più disparati; è inoltre una chiara dimostrazione dell'enorme cultura di Benjamin, in grado di trattare con grande competenza e spesso acuta ironia sia temi politici, giocattoli e personalità letterarie sue contemporanee, francesi e tedesche.
In particolare, ho trovato molto interessante la possibilità di confrontare gli abbozzi di recensione con il pezzo finito e limato: Benjamin organizzava le idee con cura e poi passava a ricomporre e rifinire il testo fino ad ottenere un prodotto ricco e elegante nella prosa, senza incertezze e senza stacchi bruschi. Ho ammirato molto la sua capacità di divagare a lungo, per poi ritornare sul tema con apparente, ma senza dubbio studiata semplicità.
Un must read per chiunque voglia diventare esperto nel parlare di qualunque cosa.
Non a caso Baricco citava proprio Benjamin nel suo I barbari, come esempio perfetto di una cultura finalmente orizzontale e vasta come un mare.
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