mercoledì 2 aprile 2014

Curarsi con i libri - Ella Berthoud, Susan Elderkin

Sellerio, 644 pagine - 18,00 euro
 Si può curare il cuore spezzato con Emily Brontë e il mal d’amore con Fenoglio, l’arroganza con Jane Austen e il mal di testa con Hemingway, l’impotenza con Il bell’Antonio di Vitaliano Brancati, i reumatismi con il Marcovaldo di Italo Calvino, o invece ci si può concedere un massaggio con Murakami e scoprire il romanzo perfetto per alleviare la solitudine o un forte tonico letterario per rinvigorire lo spirito. Questo suggeriscono le ricette di un libro di medicina molto speciale, un vero e proprio breviario di terapie romanzesche, antibiotici narrativi, medicamenti di carta e inchiostro, ideato e scritto da due argute e coltissime autrici inglesi e adattato per l’Italia da Fabio Stassi, autore de L’ultimo ballo di Charlot. Se letto nel momento giusto un romanzo può davvero cambiarci la vita, e questo prontuario è una celebrazione del potere curativo della letteratura di ogni tempo e paese, dai classici ai contemporanei, dai romanzi famosissimi ai libri più rari e di culto, di ogni genere e ambizione. Queste ricette per l’anima e il corpo, scritte con passione, autorevolezza ed elegante umorismo, propongono un libro e un autore a rimedio di ogni nostro malanno, che si tratti di raffreddore o influenza, di un dito del piede annerito da un calcio maldestro o di un severo caso di malinconia. Le prescrizioni raccontano le vicende e i personaggi di innumerevoli opere, svelano aneddoti, tratteggiano biografie di scrittori illustri e misconosciuti, in un invito ad amare la letteratura che ha la convinzione di poter curare con efficacia ogni nostro acciacco. Non mancano consigli per guarire le idiosincrasie tipiche della lettura, come il sentirsi sopraffatti dal numero infinito di volumi che ci opprimono da ogni scaffale e libreria, o il vizio apparentemente insanabile di lasciare un romanzo a metà.
 
Per quanto interessante e ricco di spunti per nuove letture, credo ci sia un problema nella traduzione che ne è stata fatta: il "ricettario" è stato pesantemente ritoccato dai curatori dell'edizione italiana per inserire anche autori nostrani. E' vero che il libro è marcatamente anglofilo e presenta soprattutto autori di lingua inglese, facendo torto a tanti autori validi nella storia letteraria mondiale, ma d'altra parte sarebbe stato difficile catalogare e rendere fruibile così tanti testi, se non si fosse messo qualche paletto. Per questo motivo la scelta di inserire a forza tanti autori italiani mi è sembrata un po' aggressiva nei confronti del testo di partenza.
In secondo luogo, la traduzione mi è sembrata molto bella, eccezion fatta per un errore che non riesco a capire se sia di stampa o del traduttore. Parlando di Grandi Speranze di Dickens, viene detto: "La speranza si trasforma in convinzione e lo stimola a comportarsi <<come un gentiluomo>> - non necessariamente del tipo migliore - e a guardare con disprezzo alle proprie origini e anche all'amico Biddy, che capisce in che direzione sta andando Pip e non approva."
...amico Biddy... ma Biddy è una ragazza! Per questo mi viene il dubbio che si tratti solo di un errore di stampa... mi sembra strano che nessuno, tra tutti quelli che hanno lavorato alla traduzione del libro in italiano, abbia letto Great Expectations!

Apparte queste due perplessità, questo libro è il Male: non può essere altrimenti, visto che leggendolo sono arrivata a stilare l'ennesima lista gigante di libri che vorrei leggere ma per cui non avrò mai tempo.

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