venerdì 28 febbraio 2014

Guida agli animali fantastici - Ermanno Cavazzoni


Ed. Guanda, 164 pagine - 16,50 euro

Sorprendente catalogo di creature fantastiche e reali: riferimenti alle mitologie del passato e del presente, condite da una generosa dose di umorismo e di citazioni ad autorità letterarie precedenti (che onestamente non saprei se considerare reali in ogni caso, o solo in qualcuno). Qualcuno, non ricordo più chi, ne ha parlato come un divertissement per intellettuali in vena di cazzeggio. Senza dubbio comunque, molti degli aneddoti risultano familiari anche al lettore più "casual": il coccodrillo che spalanca le fauci per farsi pulire i denti dall'uccellino-dentista, o ancora il leone con l'osso incastrato tra le zanne che ricambia l'aiuto ricevuto dall'uomo portandogli "in comode rate" un pagamento in carne...o gli struzzi, che in teoria sarebbero gli animali più sciocchi del creato, ma che con la loro apparente stupida abitudine di rifugiare la testa sotto terra si sono salvati da una miriade di situazioni pericolose. Però non si parla solo di creature reali, ma anche di creature mitologiche, più o meno note (centauri, meduse, sirene...). E infine, un ultimo capitolo è dedicato alla bestia "uomo": Quell’animale che guarda in cielo e dice: cosa sono quei lumini sospesi? E risponde: le stelle. Perché nessun altro animale le ha mai notate, nel corso di tanti milioni di anni e di tante notti stellate che sono passate su questo pianeta.

Ermanno Cavazzoni è scrittore e sceneggiatore, ma vorrei aprire una piccola parentesi su di lui perchè è membro dell'OpLePo. Questa parola è in realta l'acronimo di Opificio di Letteratura Potenziale, ed è un'unione di scrittori e artisti che operano soprattutto nel campo della letteratura potenziale. L'ispirazione è chiaramente data dalla francese OuLiPo (Ouvroir de Littérature Potentielle), movimento a cui parteciparono alcuni tra i grandi della letteratura francese (e non solo) del secolo scorso: Raymond Queneau, Georges Perec e persino il nostrano Italo Calvino. La costante di questo movimento è il fatto che la scrittura si fa gioco, quasi puzzle... le storie si basano su rigide strutture matematiche, sulla meccanica degli scacchi, su progressioni numeriche o su giochi alfabetici e spesso sono il risultato di processi combinatori più o meno casuali (vedi Il castello dei destini incrociati di Calvino, ad esempio).

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