mercoledì 19 febbraio 2014

Le rivage des Syrtes - Julien Gracq



--- Tu as désiré que j’aille là-bas. Tu me l’as fait comprendre.
Vanessa s’arrêta près de la fenêtre et regarda un moment, pensive, vers le canal.
— Peut-être, dit-elle en haussant les épaules avec indifférence. Cela n’a plus d’importance,
maintenant.
— Plus d’importance !… Le capitaine sera là dans deux jours. Il va falloir répondre des choses,
repris-je d’une voix altérée. T’imagines-tu qu’il passera l’éponge si facilement ?
— Tu t’accordes beaucoup d’importance, Aldo, remarqua-t-elle d’une voix lointaine. Tu n’es pas humble. Ni toi ni moi ne comptons tellement dans cette affaire, ajouta-t-elle avec un ton d’évidence.
— Je suis allé là-bas, Vanessa, et tu l’as voulu, lui dis-je en me penchant vers elle, d’une voix basse et patiente, comme on rappelle l’attention de quelqu’un qui s’endort.
— Non, Aldo. Quelqu’un est allé là-bas. Parce qu’il n’y avait pas d’autre issue. Parce que c’était l’heure. Parce qu’il fallait que quelqu’un y aille…

Le rivage des Syrtes è un romanzo di Julien Gracq: pubblicato nel 1951 con l'editore francese José Corti, racconta la storia di Aldo, giovane pupillo di una famiglia nobile del paese di Orsenna, che si fa mandare sulla riva del mare Sirti per prestare servizio militare come vedetta. Infatti, al di là della stretta linea di mare che si sviluppa di fronte a Orsenna, ci sono i territori del Farghestan, terra brulla e infuocata: sono trecento anni che tra i due stati c'è un clima di guerra, che però non esplode mai in conflitto aperto. Aldo passa le sue giornate così, ad osservare il mare, un po' come faceva il sottotenente Giovanni Drogo ne Il deserto dei tartari del nostrano Dino Buzzati.
Ma Aldo, giovane annoiato, soccombe alla curiosità, in parte spinto dalla bella Vanessa, e, presa una barca, attraversa il mare, oltrepassando la linea rossa che segna il confine invisibile tra i due stati.

Il romanzo è meraviglioso, e precipita il lettore nello stagnante clima di attesa e immobilità che pervade il mondo del giovane Aldo. Tutto è fermo, a Orsenna. Un concilio di Vecchi presiede la città, che comincia a cadere a pezzi sotto il peso dei secoli. Un mondo immobile è in effetti un mondo condannato all'oblio, e l'azione di Aldo metterà in moto un meccanismo che nessuno potrà arrestare. 

Il romanzo è stato pubblicato anche in Italia, ma l'ultima edizione risale al 1990 per Guida Editore e io non sono riuscita a trovarne nemmeno una copia. Forse in qualche biblioteca... Peccato, perchè è un romanzo che meriterebbe maggior visibilità, e meriterebbe di essere letto anche dai non francofoni! Consigliato agli amanti dellle buone letture e del già citato Il deserto dei tartari.

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